Diversabilità

La SIEF ha affrontato il tema della diversabilità in diverse occasioni, riportando le esperienze relative alla “Ginnastica secondo le tecniche I.D” in diversi Congressi Nazionali SIEF, prima tra tutti quello interamente dedicato ad esso, svoltosi a Siena nel 2002.

Data la variabilità delle problematiche, relative non solo ad ogni patologia ma anche ad ogni singolo soggetto, non è ovviamente possibile stabilire degli obiettivi o delle modalità standardizzate.

È però possibile, ed importante, stabilire dei CARDINI che stabiliscano le caratteristiche peculiari del lavoro di GINNASTICA, che lo distinguano in modo chiaro da altre forme e modalità di intervento (v. anche Ginnastica Medica).

  • EDUCAZIONE FISICA NON È SPORT. (Definizioni).
    Lo sport può essere praticato, da chi ne ha le possibilità, per socializzare o per divertirsi: l’educazione fisica ha invece di mira “l’educazione relativa a tutto quanto riguarda il corpo” (igiene); attraverso la Ginnastica, essa “insegna a muoversi” in un contesto di apprendimento finalizzato solo ed esclusivamente al conseguimento ed il mantenimento della massima efficienza fisica possibile per ciascuno.
  • TUTTI hanno diritto a fare della buona Ginnastica, ciascuno secondo le proprie possibilità e capacità.
    Questo perché, secondo le “leggi dell’esercizio fisico”, un corpo che non si esercita non solo non migliora, ma perde ciò anche ciò che ha, relativamente alla forza, all’agilità, alla prontezza e via dicendo (M.PECCHIOLI, Teoria dell’esercizio fisico, Firenze 2005, II ed. 2012).
    Le tecniche I.D., anche in questo settore, prevedono la chiara individuazione relativa a ciò che è RAZIONALE e PRIORITARIO ricercare nei singoli casi, in base ad una diagnosi il più possibile precisa: questa razionalità è ciò che rende POSSIBILE, UTILE E SICURO il lavoro in palestra.
  • Per ottimizzare e mettere a frutto al massimo il tempo in palestra, è spesso necessario un LAVORO A SINGOLO.
    Ciò nella consapevolezza che il processo di apprendimento relativo al miglioramento delle singole capacità abbisogna di spazi, di modi e di tempi che sono propri di ciascuno, e che questo processo può svolgersi solo se essi vengono rispettati: altrimenti, il rischio è quello di “perdere tempo”.

Filmato

Il breve filmato (6 min.) che segue è stato presentato al XVII Congresso Nazionale SIEF “La salute del piede”, e riguarda nello specifico il problema della spasticità (C. BARONI, Spasticità, controllo volontario e il ruolo della Ginnastica).
Esso rappresenta tre anni di lavoro con un bambino molto piccolo (dai 4 ai sette anni), nato con una emiparesi spastica sinistra.
I Parte (gennaio-marzo 2011): il momento iniziale, dove si notano le difficoltà, già evidenti, nella motricità;
II Parte: alcuni esempi di lavoro svolto in palestra (lavoro volontario sui movimenti del piede, scala orizzontale)
III Parte: si evidenzia il miglioramento delle capacità motorie (nov. 2013).