XIV Congresso Nazionale
PRESENTAZIONE
Il quadro svedese è un grande attrezzo.
Tale affermazione non si riferisce solo alle sue caratteristiche tecniche, che tutti conoscono anche solo per “memoria”, ma alle sue potenzialità nel campo della ginnastica e dell’educazione fisica in generale.
Esso infatti consente di esercitare insieme i muscoli delle braccia, delle gambe, gli addominali in modo potente… ma anche e soprattutto permette di affrontare e superare la paura dell’altezza, la paura delle posizioni inconsuete (il capofitto ad esempio), ha una grande efficacia nella strutturazione della lateralità e, come succede con tutti i grandi attrezzi della ginnastica che affrontano il pericolo, abitua la mente a riflettere.
Il quadro svedese costituisce perciò, in mano ad un “maestro di ginnastica”, uno strumento eccezionale ed insostituibile per una vera “educazione fisica” dei nostri bambini e dei nostri ragazzi.
Sappiamo bene infatti quanto ad essi manchino le possibilità e le opportunità per “muoversi” in modo naturale, e quanto questa mancanza costituisca per essi un danno grave e dalle conseguenze che sempre più vengono evidenziate da ogni parte del mondo scientifico e pedagogico: la storia della educazione fisica e della ginnastica ci ha consegnato tutta una serie di attrezzi, tra cui appunto il quadro svedese, pensati proprio per far fronte a questa situazione, con la consapevolezza che le esperienze motorie, anche forti, se condotte razionalmente possono contribuire in modo sostanziale alla costruzione di personalità forti, leali, serene con sé stesse e con gli altri.
Oggi c’è tanto bisogno di “educazione”.
“Educare fisicamente” i nostri ragazzi significa porre delle vere basi per una loro crescita non solo fisica ma anche, come diceva un grande maestro della nostra storia come Georges Hébert, “virile e morale”, perché non esiste educazione fisica che possa essere disgiunta da una educazione anche in senso generale: occorre però avere gli strumenti, occorre disporre di capacità tecniche e personali che ci consentano di “insegnare” ciò che noi sappiamo “fare”, e , non da ultimo, occorre sapere come e perché è nata la nostra materia e quanto grande potrebbe essere il nostro ruolo nella società di oggi, se solo conoscessimo e sfruttassimo tutto ciò che essa può dare.
Aspettiamo a questo Congresso tanti maestri, tanti insegnanti di educazione fisica, per poterci trovare insieme e insieme discutere e confrontare nel dibattito che seguirà ad ogni relazione.
Il Presidente del Congresso Giovanni Lombisani
Gli ATTI del Congresso sono pubblicati sulla rivista “I.D. Educazione Fisica” n.2/2010, disponibile, con DVD allegato, presso la sede SIEF.